sabato 29 giugno 2013

NE' OBLIO NE' CERIMONIA - CONTRO IL CULTO DELLA CAROGNA

“Poiché si tratta di uomini che si sono distinti con degli atti, mi sembrerebbe più soddisfacente onorarli con degli atti”
Tucidide, “La guerra del Peloponneso”, 411 a.C.

È pericoloso dichiarare guerra allo Stato e a questo mondo, perché esso sa fare solo due cose: progredire e combattere tutto quello che potrebbe distruggere, attenuare od impedire il suo progresso. In quanto anarchici, e con ciò intendiamo rivoluzionari, siamo consci delle nostre scelte e delle responsabilità che ne derivano. Quando diciamo rivoluzionari, non
parliamo di una qualunque credenza in un mondo perfetto e sereno, né della chimerica credenza nella possibilità di vedere in atto una qualche rivoluzione antiautoritaria totale, come possiamo sognarne nei nostri slanci masturbatori, ciò nel corso della nostra vita oppure oltre.
Parliamo di una tensione permanente verso l’approfondimento di un processo di rottura con il potere e le sue istituzioni, attraverso la critica radicale e la distruzione.

Il 22 maggio 2009, Mauricio Morales, un compagno rispettato di Santiago del Cile, è caduto in combattimento in questa guerra sociale alla quale anche noi cerchiamo di contribuire, lui così come tanti altri anarchici in giro per il mondo, con i nostri mezzi e la nostra etica, la nostra intensità ed i desideri a noi propri. L’esplosione della bomba artigianale
che portava nello zaino ha provocato la sua morte; essa era destinata alla Scuola di Gendarmeria poco distante. Anche se in quel momento eravamo cosìlontani, nel cuore di questa vecchia Europa, la notizia della sua morte ci ha sconvolti a causa di quello che era: la notizia della morte di un fratello. Non conoscevamo direttamente Mauricio, ma ciò è veramente importante? Ci siamo riconosciuti in lui, così come ci riconosciamo ogni giorno in tutti gli attacchi contro il dominio, e questo ci è bastato.
Come molti altri, abbiamo infiammato la notte a mo’ di commemorazione.
Perché questa è la sola forma di commemorazione che si addice a salutare la morte di un compagno: continuare la lotta nella solidarietà, sì, ma non solo, anzi molto di più ancora: propagare la critica con gli atti contro questo mondo e incoraggiarne la diffusione.

I nostri attacchi contro l’esistente, infatti, non hanno come scopo principale quello di onorare la memoria dei compagni caduti, di mandare una dedica a quello o quell’altro compagno incarcerato, né di dialogare con il potere in un corpo a corpo frontale. L’attacco è per noi una necessità perché le parole hanno un senso e perché le nostre idee non sono
solo dei concetti astratti. E riteniamo del tutto secondario, se non completamente inutile, questo bisogno di fare delle strizzatine d’occhio o di auto-referenziarsi in continuazione. I destinatari delle strizzatine d’occhio non hanno bisogno di essere nominati se essi si riconoscono nell’atto. E offrire un attacco ad un compagno è allontanare per altri la
possibilità di riappropriarselo ed allontanarci noi stessi dalle possibilità infinite della riappropriazione e della riproducibilità, oltre che dall’anonimato che caratterizza a nostro avviso l’intervento anarchico in tutta la sua umiltà. Per precisare ciò che vogliamo dire con umiltà, si tratta del fatto che i nostri attacchi si iscrivono come modesti
contributi nella guerra sociale da sempre in corso e non si tratta di atti eroici, poiché, come diciamo sempre, attaccare è facile e qualunque arrabbiato può farlo. Ecco perché i nostri compagni caduti in combattimento non sono degli eroi.

I nostri attacchi sono quotidiani, essi non aspettano e non necessitano alcun appello alla solidarietà. Ecco la nostra sola forma di commemorazione: nella conflittualità permanente. Ciò poiché le altre forme di commemorazione non sono di alcun rimedio per i nostri cuori insorti, perché piangere non ha mai fatto cadere un muro. Che essi siano della religione divina o di quella terrestre, gli apostoli di questo mondo non offrono alcuna soluzione alle nostre disgrazie. Le veglie funebri, le cerimonie, gli elogi, le marce, gli anniversari, i bei discorsi ed il lirismo a due lire, li lasciamo volentieri da parte e continuiamo a percorrere il nostro cammino. Non ci interessano la gloria e l’onore, ma la dignità, l’amore e l’odio. È insieme a queste tre sorelle che camminiamo ogni giorno. Avremmo preferito non sentire il bisogno di scrivere queste poche righe, ma abbiamo paura di vedere valori di origine religiosa o militare, che non sono i nostri, mescolarsi ai nostri.

“Il culto dei morti non è che un oltraggio al vero dolore. Il fatto di piantare un piccolo giardino, di vestirsi di nero, di portare una fascia da lutto non prova nulla della sincerità dell’afflizione. Quest’ultima, tra l’altro, deve sparire, gli individui devono reagire di fronte all’irrevocabilità e alla fatalità della morte. Dobbiamo lottare contro la sofferenza invece di esibirla, di portarla in giro con cavalcate grottesche e congratulazioni bugiarde. […] Bisogna abbattere le piramidi, i tumuli, le tombe; bisogna passare l’aratro nel recinto dei cimiteri, per sbarazzare l’umanità da quello che chiamiamo il rispetto dei morti, da quello che è il culto della carogna” 
Albert Libertad in L’anarchie, 31 ottobre 1907.

Non c’è alcuna gloria nel fatto di morire in combattimento. Il potere offre delle conseguenze sinistre alla nostra scelta di combattenti, che si tratti della galera, della tortura o della morte. Tutte queste cattive notizie fanno parte del contratto che abbiamo firmato con noi stessi, nella scelta della guerra all’esistente. Sappiamo cosa ci aspetta, dalle
cose più belle a quelle più tragiche, e siamo pronti, qualunque sia l’esito. Questa volta esso è stato fatale, ma ciò non fa di Mauricio un compagno più coinvolto o più valoroso di qualunque altro/a combattente.
Quella notte, lui ha affrontato dei rischi così come tanti altri fanno ogni notte e il caso ce lo ha portato via. Avrebbe potuto trattarsi di te, me, lui, lei o di qualunque altro individuo per cui l’anarchia non è una questione di parole od atteggiamenti.
Molti dei nostri compagni sono morti in combattimento. I Ravachol, i Filippi o i Morales della nostra storia sono numerosi, la loro memoria è più o meno viva, ed essi vivono ancora in ogni colpo portato, in ogni attacco contro il dominio. E non sono dei martiri, non sono morti per una causa, non si sono sacrificati. Sono morti cercando di realizzare un sogno, non si sono arresi e sono stati uccisi. Ecco tutto. Nulla li riporterà indietro, né una canzone, né una poesia, né un discorso, perché non c’è un aldilà, non ci sono eroi, non c’è un altrove dove guarire dal qui.

Compagni e compagne, non cediamo alle sirene dell’ammirazione, del carisma e del valore sociale. Gli anarchici non devono essere canonizzati.
Lasciamo questo allo star-system ed all’idolatria religiosa. Che ogni individuo sia il proprio eroe, piuttosto che andare a cercare la grandezza nell’altro. Mauricio non è una statuetta, un poster o un’icona. È una fonte d’ispirazione, un fratello.

Contro il culto della carogna.

Giugno 2013.

domenica 23 giugno 2013

DAYVID AGLI ARRESTI DOMICILIARI

Diffondiamo

Ieri era il fine pena di Dayvid x il danneggiamento del bancomat durante il corteo milanotav dell’aprile 2012.  Quindi è uscito dal carcere di Alba ed è ai domiciliari, ora  per Roma 15 ottobre 2011, purtroppo con tutte le restrizioni.
Seguiranno aggiornamenti.

LIBERTA' PER TUTTI/E!

martedì 18 giugno 2013

ARRESTATI COMPAGNI A MODENA

Nel tardo pomeriggio di ieri (domenica 16 giugno) a Modena è stata fermata una macchina con quattro compagni a bordo e tre di loro sono stati arrestati.
Gli sbirri li accusano di danneggiamento, incendio doloso e lancio di materiale esplodente, in relazione a delle fiamme che si sarebbero sviluppate lungo la siepe della recinzione esterna del Cie, e che avrebbero danneggiato uno dei gabbiotti dei militari di guardia.
Le merde in divisa sostengono di essere state avvertite da un passante che ha segnalato una ventina di persone nei pressi del Cie. Una pattuglia della guardia di finanza accorsa ha fermato una delle macchine che a suo dire si stavano allontanando, e raggiunta da una volante della polizia, ha controllato i documenti e perquisito la vettura. Pur non avendo trovato nulla di rilevante, l’auto è stata sequestrata e i compagni portati in questura e chiusi in quattro celle separate, lasciati senz’acqua nonostante le ripetute richieste.
Dopo oltre un’ora (!) gli sbirri si sono accorti che uno dei compagni era minorenne e che quindi non avrebbe potuto essere trattenuto in cella. Quest’ultimo è stato rilasciato a piede libero. Per gli altri inizialmente si è fissato il processo per direttissima questa mattina (lunedì 17), in seguito questo è stato annullato e si attende entro 72 ore dal fermo la convalida o meno degli arresti.

Gli indirizzi per scrivere telegrammi sono:

Andreana Gabriele, Soru Salvatore, Vaccari Andrea
Casa Circondariale via S.Anna 370
41122 Modena
Libertà per Andrea, Gabriele e Sabbo! Libertà per tutti!
Basta Cie, basta galere, basta gabbie!
Seguiranno aggiornamenti.

giovedì 13 giugno 2013

INDIRIZZO DI FRANCESCO "JIMMY" PUGLISI

Diffondiamo l'indirizzo per scrivere a Francesco "Jimmy" Puglisi, arrestato a Barcellona per i fatti del G8 di Genova 2001.
Appena avremo maggiori informazioni sulla sua estradizione le comunicheremo.

Per scrivere al compagno:

Francesco Puglisi
MADRID V (Soto del Real)
Centro Penitenciario
Carretera Comarcal 611
28791 Soto del Real (Madrid)


Da: informa-azione


AGGIORNAMENTI SU NICOLA E ALFREDO

Riceviamo e diffondiamo

12 giugno - l'udienza preliminare per Nicola e Alfredo, a porte chiuse e in assenza degli imputati, è stata rinviata al 5 luglio. Il GIP ha accolto la richiesta di rinvio della difesa, vista la tardiva acquisizione dell'ultimo blocco di trascrizioni delle intercettazioni ambientali, depositate solo la scorsa settimana.

GIULIA, PAOLA E ALESSANDRO LIBERI!!

Con grande felicità apprendiamo dal comunicato della Cassa di solidarietà Aracnide che insieme a Giuseppe è stato scarcerato anche il compagno Alessandro e che sono libere anche le compagne Giulia e Paola che erano ai domiciliari. 
DELLE GALERE SOLO MACERIE!

Stamattina 12 giugno, Alessandro e Giuseppe sono stati rilasciati dal carcere di Ferrara, hanno l’obbligo di dimora rispettivamente a Montegabbione (TR) e Catania, le firme dalla polizia e l’avviso orale. Alessandro ha le firme due volte al giorno.

La scarcerazione è avvenuta in seguito al rifiuto da parte del giudice dei 6 mesi di proroga proposti dalla procura di Milano, che dall’autunno del 2012 ha assunto la competenza dell’indagine.

In seguito al riconoscimento dell’incompetenza della procura di Perugia a procedere con l’iter giudiziario Alessandro e Giuseppe sono stati rilasciati, per loro due infatti è stata la procura di Perugia stessa a dichiararsi incompetente, per gli altri invece l’attribuzione di incompetenza è avvenuta per decreto di un giudice. Questa semplice differenza burocratica ha determinato che i termini della scarcerazione di Sergio, Elisa e Stefano decorrano dal momento in cui la procura di Miliano ha assunto la competenza dell’indagine.

Anche Paola e Giulia sono libere dai domiciliari e non hanno più restrizioni.

In attesa di ulteriori aggiornamenti.

Cassa di solidarietà Aracnide

mercoledì 12 giugno 2013

GIUSEPPE LO TURCO LIBERO!

Apprendiamo con gioia che il compagno Giuseppe Lo Turco è finalmente libero!
LIBERTA' PER TUTTI/E!
DELLE GALERE SOLO MACERIE!

domenica 9 giugno 2013

ARRESTATO COMPAGNO IN SPAGNA

Apprendiamo che il 5 giugno è stato arrestato a Barcellona il compagno Francesco "jimmy" Puglisi, era stato condannato a 14 anni per i fatti di Genova 2001.

LIBERTA' PER TUTTI/E!
FUOCO ALLE GALERE!

venerdì 7 giugno 2013

TORINO, UN COMPAGNO ARRESTATO E UNO RICERCATO

In attesa di maggiori dettagli, apprendiamo che la questura sta proseguendo nella sua rappresaglia per un episodio di autodifesa in cui una pattuglia della digos era stata cacciata mentre cercava di acciuffare due compagne, intente ad oscurare le telecamere e scrivere "servi dei padroni" su una sede della UIL. Nei confronti di Camille, agli arresti domiciliari a cui era già sottoposta per un'altro procedimento, sono state aggiunte tutte le restrizioni possibili; un compagno è attualmente ricercato, mentre Michele è stato arrestato e portato alle Vallette.

Per scrivere al compagno in carcere:

Michele Garau
C.C. via Pianezza 300
10151 Torino