venerdì 23 maggio 2014

TRASFERIMENTO E PROVOCAZIONI CONTRO MARCO CAMENISCH

Aggiornamento su Marco Camenisch


Marco Camenisch nei giorni scorsi (dal 15 al 20 maggio) è stato portato in isolamento punitivo nella cella bunker del carcere di Lenzburg (Svizzera) dopo che ha rifiutato l’ennesimo test delle urine, l’ennesima provocazione.
Nei prossimi giorni (tra il 22 e il 23.5.2014) verrà inoltre trasferito in un nuovo carcere nel Canton Zugo. Ancora non è chiaro se questo trasferimento è una ritorsione contro il rifiuto di Marco dell’ennesimo test delle urine o se già era nei piani dell’Amt fur Justizvollzug (Ufficio Esecuzione Pene e Misure) di Zurigo.
Il fine pena di Marco è previsto per l’ 8.5.2018. La liberazione anticipata continua ad essergli rifiutata usando come motivi una sua “violenza cronica” associata ad una visione delinquenziale che avrebbe del mondo.


Questo è il contatto che al momento si ha:
Marco Camenisch
Strafanstalt Bostadel
Postfach 38, CH-6313 Menzingen, Schweiz
Tel. +41 41 757 1919, Fax +41 41 757 1900


MARCO LIBERO!

venerdì 16 maggio 2014

LETTERA DEL COMPAGNO DAVIDE DELOGU

Ciao, mando questa lettera per informare che dal giorno 10 maggio sono stato trasferito nel carcere di Caltanissetta. Ho finito i nove mesi di 14 bis il 2 maggio e ora mi trovo in una sezione dell'AS, però faccio l'aria da solo. Dicono che è una situazione provvisoria, vedremo.
Sono tre mesi che non ricevo l'opuscolo di Olga e di conseguenza mi mancano gli aggiornamenti, soprattutto inerenti alla mobilitazione dei detenuti del mese di aprile. Nel mese di febbraio, lo psichiatra fece una relazione durante il mio sciopero della fame (in relazione al prolungamento del 14 bis) io rifiutai il colloquio con lui, però ha voluto ugualmente avvicinarsi nella cella liscia in cui stavo (modalità che non poteva fare) cosa che ha ufficializzato il colloquio in quei secondi di scontro! Una delle tante “scorrettezze” di questo infame apparato torturocentrico.
Quando mi tolsero il 14 bis  mi trovavo ancora al Pagliarelli di Palermo, ciò che cambiò fu nell'avermi munito di televisore, ma  percepisco la sua funzione in maniera insopportabile e stressante, l'avermi aperto il blindo della cella (finalmente passa un po' d'aria) e consegnato il fornellino, però mi fu mantenuta la censura sulla posta. Inoltre la direzione per ben due volte chiese il mio trasferimento, ma non furono accolte dal dap positivamente, nel frattempo anch'io chiesi il trasferimento, ma in Sardegna per motivi familiari, invece mi sono ritrovato a Caltanissetta nel cuore della Sicilia e lontano dai miei affetti.

Davide Delogu
via Messina 94
93100 Caltanissetta

giovedì 15 maggio 2014

TRASFERITO IL COMPAGNO DAVIDE DELOGU AL CARCERE DI CALTANISSETTA

Questo il nuovo indirizzo:

Davide Delogu
CC di Caltanissetta
Via Messina, 94
93100 Caltanissetta 

lunedì 12 maggio 2014

LETTERA DEL COMPAGNO GIANLUCA IACOVACCI

La mia volontà e le idee di cui si contorna sono certo più forti di tutte le angherie che sfodera e mette in atto la democrazia, come ogni altra autorità, contro quegli individui che non si adattano all'ordine delle masse.
L'autorità appunto è il perno che tiene ancora saldi tutti quei principi di sfruttamento, controllo e dominio; e risparmio tutti gli “ismi” del caso che non sono altro che derivati delle condizioni in cui le masse si sono subalternate e sottomesse ai loro simili.
Il carcere poi è certamente l'apice delle varie misure di addomesticamento a cui ricorrono gli Umani dominanti e lo Stato, né la morte né le peggiori condizioni di vita -se la si vuole chiamare così- in “povertà”, sono paragonabili all'abisso della reclusione.
A volte mi sento schiacciato nel dovermi controllare all'allegra normalità dei carcerieri che mi sequestrano. Le loro discussioni sul calcio, le loro letture massime dei dépliant del supermercato, le risate isteriche e la fastidiosa ricerca da parte loro del dialogo/saluto o del “buongiorno”, alle loro tristi esistenze.
Il denaro per me è una delle tante tossicità dell'Uomo, non ho mai voluto l'eguaglianza economica né ricerche di consensi popolari ma percependo l'apatia della società alienata, ci si sente come essere in trincea da una vita mentre fuori si balla allegramente la mazurca...
Sono sicuro che questa paradossale normalità che devo affrontare è giustificata dalla stessa di normalità che c'è fuori da queste mura, nel riconoscimento che la società rende alle prigioni e al rinchiudere i propri simili, allo Stato e a tutto quel “necessario” che occorre per mantenere l'ordine sociale, un potere o un governo di turno che per molti inevitabilmente ci deve essere.
Questi zoo per Umani o campi di concentramento -preferisco chiamarli così- sono funzionali al mantenimento di uno status politico sociale ed economico.

martedì 6 maggio 2014

TESTO DI PRESENTAZIONE DELLA CROCE NERA ANARCHICA


Per richiedere copie del bollettino: 
crocenera@distruzione.org
Oppure scrivere alla seguente casella postale:
Pasquale Valitutti
C.P. 18003
00164 Roma

Sito: www.crocenera.org

Fuochi di rivolta  continuano a rischiarare le tenebre di un mondo  altrimenti  volto all’annientamento dell’ individuo  ed alla schiavitù omologata: ad attizzare questi fuochi e ad accenderne nuovi queste pagine sono destinate.
Uno dei pochi vantaggi forniti dalla parossistica ricerca  di informazione globale è lo scoprire che anche agli antipodi ci sono cuori che battono allo stesso ritmo dei nostri e che armano mani abili a fare molto più che battere su una tastiera. La corsa verso l’abisso della società tecnologica si fa sempre più forsennata, ma i combattenti di tutto il mondo  tengono il passo e pur a rischio di venir schiacciati da un mostro così gigantesco, provano   ad ostacolarlo e  farlo cadere a terra. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e fare sempre di più.
Con questa tensione abbiamo deciso di dar vita ad una nuova Croce Nera Anarchica. Iniziamo questo percorso con la consapevolezza di  vivere in tempi in cui è sempre più facile pagare ad alto  prezzo  la scelta di  continuare a diffondere certe idee e pratiche, ma abbiamo sempre sostenuto che la rassegnazione sia complicità  e- sebbene non siamo tra quelli che reputano che “la penna valga quanto il fucile” – risulta oramai evidente che anche all’interno del cosiddetto movimento anarchico si sia venuta a creare una intollerabile omogeneità  di pensiero, che le pratiche collegate  appaiano sempre più il risultato di un’asta al ribasso e che quindi sia imprescindibile  tornare a far sentire altre voci. Rompiamo il silenzio assordante di questi ultimi anni, consapevoli del fatto che  certe voci, le nostre , troppo a lungo non si sono fatte sentire.
Questa nuova Croce Nera nasce con lo specifico obiettivo di diventare una palestra di idee con come minimo comun denominatore la centralità  della pratica distruttiva : non basta più usare la definizione “azione diretta”, visto che sembra aver acquisito il significato di “tutto ed il contrario di tutto”…. Ovviamente daremo il più ampio spazio possibile al contributo dei compagni finiti nelle maglie della repressione, senza ridurci  ad una sorta di croce rossa ridipinta, ma supportando in ogni modo la continuazione del loro percorso di lotta.
Lo scopo del progetto, che mai dovrà  assumere i toni o le forme dell’assistenzialismo, è quello di rilanciare certe idee e conseguentemente certe pratiche.
Speriamo che, partendo da questi presupposti, si crei  un reale dibattito, che non scada mai nella misera partigianeria, ma vivo a tal punto da farsi  acceso fino allo scontro, perché siamo stanchi  di un tiepido e  possibilista ” va bene tutto”.
Abbiamo deciso di dare forma cartacea al bollettino, più tangibile e duraturo dello scorrimento veloce della rete, mantenendo comunque  il corrispondente blog con  fondamentale funzione di volano e di strumento più rapido per la diffusione di notizie e comunicati su azione e repressione. Sentiamo la scelta della forma fisica del giornale non come sterile feticcio nostalgico, ma convinti che non ci si possa continuare a lamentare dei danni distruttivi della società  tecnologica e ignorare come anche noi anarchici ci si sia lasciati ridurre a semplici “utenti” di un mondo sempre più virtuale in cui anche le lotte rientrano nell’idiota meccanismo di essere maggiormente “di successo” in base a quanti più “mi piace” ricevono…
Inoltre desideriamo ricreare un luogo fisico in cui incontrarsi, confrontarsi e trovare nuovi complici. Ci aspettiamo di ricevere molti contributi, anche critici e faremo il possibile per creare occasioni per presentare in bollettino e finalmente tornare a guardarsi negli occhi mentre si parla di quello che continua ad  essere il nostro più ardente desiderio: la distruzione di quest’esistente che ci annichilisce e la gioia di contribuire a vederlo crollare in macerie.
***

LETTERA DEL COMPAGNO DAVIDE DELOGU

In adesione alla seconda mobilitazione indetta dal “coordinamento dei detenuti” ho iniziato lo sciopero della fame (e ancora prima quello del carrello) dal giorno 13/4 e lo terminerò il giorno 28/4. Abbiamo cosi' tenacemente avuto la volontà, sia dentro che fuori, di continuare il percorso di lotta iniziato a settembre (che a sua volta vide i primordi mesi prima) con l'intento di estenderla il piu' possibile e dotarla di efficacia per riuscire a strappare al potere l'ottenimento di tutte le nostre rivendicazioni
(anche se fosse solo una, sarebbe già una conquista che ci permetterebbe di avanzare con più risolutezza). I politici-fantocci cercheranno di screditare i nostri propositi infilandoci qualche provvedimento di ulteriore differenziazione che gli permetterebbe anche di non pagare tutte quelle richieste di risarcimento che i detenuti di tutta Italia stanno portando a compimento per “trattamenti inumani e degradanti”. E la morte di ogni detenuto ammazzato dallo Stato torturatore nelle patrie galere? Se dovesse accadere, a questo punto (ma in ogni caso!) sarebbe importante se la mobilitazione si spingesse al di là delle quindici giornate di lotta proposte, per creare le condizioni d'intervenire nel tempo e nello spazio in ogni luogo e in ogni carcere, non cedendo ai compromessi imposti dal sistema e
cercando di affondare il coltello nelle viscere del problema! Anche qui al Pagliarelli dal giorno 4/4 sono iniziati degli scioperi (vitto, spesa) in riferimento all' indulto/amnistia come strumento differenziante, proprio quello che noi vorremo escludere con la nostra lotta, affermandola generalizzata! La difficoltà di comunicare da entrambi i lati del muro è sempre forte, e se solo tutti quanti insieme decidessimo d'impegnarci a tempo pieno, riusciremo a superare anche quest'ostacolo che si sta prendendo parecchie forze. Da parte mia, anche dal regime di 14bis, darò sempre il mio contributo alla mobilitazione. Saluto tutt# quell# che stanno lottando con immensa gioia e forza e tutte le azioni che seguiranno (e quelle avvenute). Forza e buona lotta.
18 aprile
Davide Delogu
dal carcere Pagliarelli, sezione d' isolamento AS in 14bis

alermo

Per scrivere al compagno:
Davide Delogu
via Bachelet 32
90129 P