lunedì 2 novembre 2015

VOLANTINO DISTRIBUITO AL CORTEO DI SOLIDARIETA' AGLI ARRESTATI PER IL CORTEO DI CREMONA DE 24 GENNAIO

Chiunque scelga di condurre una vita rivoluzionaria, chiunque si impegni in un cambiamento radicale dell'esistente, deve essere consapevole che il prezzo da pagare può essere alto. I difensori dello Stato difenderanno fino allo strenuo l'ordine costituito, proveranno a cancellare ogni sacca di resistenza e ad annientare qualsiasi forma di dissenso e a censurare qualsiai idea di rivolta. È fatto costitutivo e fisiologico del dominio, non ci si può aspettare altro se non galera e marginazione per chi ha deciso di vivere una vita che provi a scardinare l'Ordine costituito. Non aspettiamoci mai riconoscimenti per le nostre lotte da parte delle istituzioni, sono tutte parte del problema, il nostro obbiettivo dovrebbe essere cancellarne anche il ricordo e non rendercele amiche o amichevoli. Non si può pensare che quello al dissenso sia un diritto, del resto proviamo ad annientare lo stato non a rendere più leggere le catene, non aspettiamoci che il dominio ci offra spiragli di libertà, dobbiamo conquistarceli noi a caro prezzo, con ogni mezzo a nostra disposizione.
Se quindi si esprime la nostra opposizione a politiche razziste omofobe, se si disprezza la gerarchia cameratesca del nuovo fascismo, non aspettiamoci che il nostro odio venga subito riconosciuto come legittimo, né dalla gente comune né tantomeno da quelle istituzioni che assicurano il pluralismo politico dando la possibilità di aprire bocca impunemente a certa feccia il cui posto è nelle fogne da dove provengono. Il fatto che a gennaio di quest'anno in quel di Cremona i compagni abbiano dimostrato che l'antifascimo non è chiacchiera da salotto ma pratica di strada è fatto che ci scalda il cuore e ci riempie di gioia. Non possiamo non sentirci sodali con chi ha ribadito in quel giorno che non esiste posto per i fascisti. Dobbiamo gioire per le pratiche di piazza genuine e sincere che i rivoluzionari hanno messo in pratica per evitare che la feccia fascista conquisti nuovi spazi di agibilità.
Purtroppo però lo Stato non concede spazi di libertà e quelli che ci prendiamo come detto costano caro. La galera in questo caso. Dei compagni attualmente sono rinchiusi nelle celle dello stato per aver dimostrato l'odio nei confronti di quei fascisti di CasaPound che avevano attaccato uno spazio occupato e costretto al coma farmacologico un compagno. In altri tempi si sarebbe detto non un lamento, adesso più che mai è doveroso essere rivoluzionari fino in fondo: non piangiamoci addosso, continuiamo nelle strade le pratiche dei compagni che sono tenuti ostaggi, diamo nuova vita ai loro desideri e proseguiamo le lotte dei fratelli che ci sono lontani perchè coattamente trattenuti nelle stanze che lo stato ha per ogni ribelle. Volere la loro libertà vuol dire combattere contro l'esistente che giustifica il carcere, rivendicarsi le loro azioni come sinceramente rivoluzionarie. La libertà non è un dono ma una conquista che costa cara!
TUTTI LIBERI! FUOCO ALLE GALERE!


Individualità anarchiche