martedì 19 gennaio 2016

TRASFERIMENTO DI GABRIEL POMBO DA SILVA E SCIOPERO DELLA FAME

Dopo 18 mesi trascorsi nel carcere di Topas, dove veniva spostato continuamente da un modulo all'altro, il compagno Gabriel Pombo Da Silva è stato nuovamente trasferito, questa volta nel carcere di Dueñas (Palencia). Il traferimento è avvenuto la notte tra il 12 e il 13 gennaio, non sappiamo esattamente per quale motivo, ma di certo si inserisce all'interno della miserevole e ben nota strategia penitenziaria portata avanti contro Gabriel - come contro i vari prigionieri che non accettano i trucchi sporchi della burocrazia penitenziaria – da quando è stato estradato dalla Germania e portato nelle prigioni spagnole, e che consiste, fra le altre cose, nel tentativo di tagliare tutti i suoi legami con chi sta dentro e fuori le mura del carcere, nell'applicazione del regime Fies e nel controllo di tutte le sue comunicazioni e corrispondenze, nei continui traferimenti appena si instaurano legami di sostegno reciproco e solidarietà.

Adesso Gabriel si trova nel modulo di ingresso, avviseremo appena avremo maggiori notizie. È possibile comunque scrivergli a questo indirizzo:

Gabriel Pombo Da Silva
Centro Penitenciario La Moraleja, Dueñas (Palencia)
Ctra. Local P-120
34210 Dueñas (Palencia) 




Gabriel Pombo da Silva, prigioniero anarchico in regime speciale di controllo e castigo FIES 5, e recentemente trasferito per l'ennesima volta, questa volta dal carcere di Topas a Salamanca a quello di Dueñas a Palencia, ha iniziato uno sciopero della fame richiedendo che gli venga assegnata una cella singola dato che lo hanno messo in una condivisa con un altro prigioniero col quale non vuole convivere. Juankar Santana Martín, che è nello stesso carcere, ha espresso la propria intenzione di assecondare il compagno, mettendosi anche lui in sciopero della fame a partire da domenica, se non si risolve prima la situazione.


 "...secondo me lo sciopero della fame è uno strumento di lotta strategico..." Gabriel Pombo, 2009, Aachen



Gabriel Pombo Da Silva, compagno anarchico prigioniero, ha iniziato uno sciopero della fame per rivendicare una cella singola, visto che glien'è stata assegnata una da condividere forzatamente con un altro prigioniero. Alle autorità e ai signori del castigo non basta tenerlo rinchiuso già da più di 30 anni in un regime speciale di controllo e sorveglianza, né trasferirlo continuamente di sezione e di carcere, né censurare la sua corrispondenza e i suoi colloqui, con l'intenzione di abbattere le relazioni di solidarietà e compagnerismo che ci sono dentro e fuori le mura...  A tutto questo groviglio di castighi si aggiunge ora quello di impedirgli un minimo spazio personale di intimità, una cella individuale -cosa che d'altra parte è prevista dalla loro stessa legge penitenziaria come un "diritto" delle persone prigioniere (art. 19.1. LOGP)-. E non è la prima volta che Gabriel si è visto obbligato a rivendicare una cella singola, pagando come rappresaglia settimane di isolamento.
Tutto ciò succede pochi giorni dopo il suo ultimo e arbitrario trasferimento del 13 gennaio, all'arrivo al carcere di Dueñas (Palencia), dopo aver trascorso 18 mesi in quello di Topas (Salamanca).  Juankar Santana Martín, prigioniero nello stesso carcere di Dueñas e in solidarietà con il suo compagno, ha comunicato la sua intenzione di mettersi anche lui in sciopero della fame oggi, domenica 17 gennaio, se non si risolve prima questa situazione.
Utilizzare un mezzo di questo calibro, lo sciopero della fame, rappresenta una ferrea volontà di opporsi frontalmente alle tecniche penitenziarie che cercano di piegare e annullare la dignità della persona. Nel caso di Gabriel, si tratta di una forma di azione diretta, senza concessioni, con i mezzi che ha a disposizione in queste sue condizioni di reclusione e controllo: il suo corpo, la sua testa e il suo cuore, quello che  mai potranno sottomettere. In quanto a Juankar, la solidarietà, l'empatia e la complicità umana, si esprimono di per sé con il suo impegno e la sua volontà di appoggiare un compagno.
Per quanto ci riguarda, questa nuova provocazione da parte dei capetti penitenziari risponde alla strategia punitiva e alla vendetta di Stato contro tutti quegli individui che non riescono ad azzittire, isolare e annullare. Per tutto questo pretendiamo che la direzione del centro di sterminio di Dueñas smetta di mettere in pericolo la salute dei nostri compagni, provocando situazioni ben lontante dai presunti obiettivi di riabilitazione che dice di avere la Santa Istituzione Penitenziaria, e che al più rappresentano un tentativo di spezzare e portare al limite coloro che sono in lotta. Non ci riusciranno! Anche da qui fuori ci solidarizziamo con i nostri compagni!
Tutto il nostro coraggio e il nostro affetto per Gabriel e Juankar!
Che ognunx, col cuore e con l'immaginazione, esprima la propria solidarietà diretta e pratica! Sempre con forza, ribellione e sempre avanti!
Fino a che non esca l'ultima persona prigioniera!
Abbasso ogni muro!

Amicx e compagnx di Gabriel e Juankar