il 22 novembre il g.i.p di Genova Giacalone, su richiesta dei pm ,ha prorogato di ulteriori 3 mesi la censura della corrispondenza di Alfredo e Nicola, di proroga in proroga praticamente hanno la posta sotto censura dal momento dell' arresto.Va ricordato che la censura implica....oltre all' antipatico timbro in inchiostro blu che va ad imbrattare la corrispondenza con amici e compagni .......un sistematico rallentamento ed arbitrario sequestro della corrispondenza, che si tratti di lettere personali, testi, volantini ,stampati da internet, giornali,ecc quindi il problema non è tanto il monitoraggio continuo di quanto viene scritto o detto a colloquio, monitoraggio effettivo sempre anche se non dichiarato,quanto l' incomunicabilità che vorrebbero creare tra esterno ed interno. .Quest' ultima proroga è come al solito esplicativa della vendetta statale preoccupata dalla solidarietà ricevuta dai compagni .ecco uno stralcio del testo del decreto, lampante esempio delle strategie repressive più che mille riflessioni a margine.
mercoledì 27 novembre 2013
lunedì 25 novembre 2013
SPAGNA - TRASFERITI MONICA E FRANCISCO
Monica Caballero e Francisco Solar arrestati il 13 novembre scorso a Barcellona sono stati trasferiti dal carcere di Soto del Real (Madrid) a due carceri diversi sempre di Madrid dopo l' audiencia nacional. I due compagni si trovano sotto regime FIES 3.
Per scrivere ai compagni:
Francisco Javier Solar Domínguez (NIS 2013019598),
C.P MADRID IV, NAVALCARNERO.
Ctra. N-V, km. 27.7, C. P: 28600.
Telefono: 91 811 60 00.
Telefono per comunicazioni: 91 811 60 42.
Fax general: 91 811 35 54.
Numero di conto corrente (Banco Santander): 0049 5184 10 2113 008259. Il giorno di prelievo è mercoledì, quindi andrebbero caricati almeno un giorno prima.
Mónica Andrea Caballero (NIS 2013019595),
Per scrivere ai compagni:
Francisco Javier Solar Domínguez (NIS 2013019598),
C.P MADRID IV, NAVALCARNERO.
Ctra. N-V, km. 27.7, C. P: 28600.
Telefono: 91 811 60 00.
Telefono per comunicazioni: 91 811 60 42.
Fax general: 91 811 35 54.
Numero di conto corrente (Banco Santander): 0049 5184 10 2113 008259. Il giorno di prelievo è mercoledì, quindi andrebbero caricati almeno un giorno prima.
Mónica Andrea Caballero (NIS 2013019595),
C.P MADRID VII, ESTREMERA.
Ctra. M-241 KM 5.750, C. P: 28595
Telefono: 91 875 00 00.
Fax general: 91 875 00 31.
Numero di conto corrente (Banco Santander): 0049 5178 03 2816499680. Giorno per prelevare è mercoledì
Telefono: 91 875 00 00.
Fax general: 91 875 00 31.
Numero di conto corrente (Banco Santander): 0049 5178 03 2816499680. Giorno per prelevare è mercoledì
COMUNICATO DI ANDREA, GABRIELE E SABBO
Il 16 giugno scorso ci hanno fermato a bordo di un auto di proprietà di uno di noi in viale Ciro Menotti, in Modena. Ci hanno perquisiti sul momento, rinvenendo che nei nostri zaini erano presenti abiti scuri e nell’auto erano sistemati due paia di guanti, un coltello serramanico e uno da cucina.
Portati in questura, hanno formulato a nostro carico l’accusa di “tentato incendio”, dopo un presidio di solidarietà ai ragazzi detenuti al CIE, definito dagli inquirenti come un atto militare portato avanti su più fronti della struttura da una ventina di incappucciati vestiti di nero. Tra questi il Capo ( tale perché vestito di un diverso colore dagli altri) avrebbe sparato con una pistola lanciarazzi una decina di colpi in direzione dei militari, i quali, per “evitare il peggio”, si sarebbero dovuti riparare dietro una jeep. Uno di questi colpi avrebbe incendiato la siepe posta a barriera visiva della struttura; spento dai pompieri pochi minuti dopo, questo fuoco avrebbe danneggiato l’impianto d’ illuminazione esterna della struttura .
In luglio il tribunale del riesame ha modificato il quadro accusatorio indagandoci per “danneggiamento pluri-aggravato in concorso” con ignoti. Le aggravanti contestate sono due: il fatto che la struttura sia pubblica, e la violenza sulle persone. Dal 16 giugno ad oggi il processo è stato rinviato due volte e a nulla sono servite le nostre numerose richieste di revoca dell’obbligo dimora con restrizioni notturne imposteci dal giudice Manuela Cortelloni.
Questo è il quadro processuale costruito dalla questura e supportato dal magistrato.
Ve ne abbiamo voluto fare la descrizione per farvi capire come gli sbirri possono trasformare un presidio di solidarietà in quello che gli serve per reprimere i percorsi conflittuali e di supporto/solidarietà reale. In questo modo gli unici percorsi legittimati “contro” i Centri di identificazione ed Espulsione sono quelli di indignazione contro la violenza poliziesca su immigrati inermi, petizioni al presidente della Camera, o di richiesta di una qualche riforma più “giusta” ; allo scopo di evitare che una critica ai CIE possa essere un’ avversione al sistema che li ha generati e riempiti.
Ora i CIE di Modena, Bologna, Crotone, Brindisi, Catanzaro,Trapani sono chiusi grazie alle continue rivolte dei migranti detenuti, che colpo su colpo hanno reso inagibili le strutture.
Crediamo che chi combatte da anni contro questi campi di concentramento non possa attribuirsi il merito di aver chiuso alcuni CIE, sicuramente possiamo attribuirci il merito da aver dato forza e speranza ai detenuti, di aver cercato di rompere l’isolamento tra chi è dentro e chi fuori, facendo uscire le loro storie, o di far entrare il nostro supporto, di aver messo il bastone tra le ruote a quella gentaglia che sulla pelle dei rinchiusi ha cercato di far soldi e potere: Misericordie, Croce rossa italiana, Cooperative sociali, Polizia, Esercito …Di non essere stati a guardare.
Dopo le migliaia di persone morte sprofondate nel Mediterraneo, spiaggiate sulle coste siciliane o impigliate nelle tonnare, lo Stato sta facendo vedere il suo volto più ipocrita e pericoloso, da un lato sta cercando di recuperare consensi attraverso la propaganda più becera: funerali di stato, dirette TV, pietà mass-mediatica…dall’altro rinforza Frontex (la polizia di frontiera europea), ristruttura e sorveglia i CIE chiusi, continua con le espulsioni coatte, usa droni e cacciatorpedinieri per intercettare i barconi in arrivo, costruisce enormi radar per sorvegliare dettagliatamente la costa sud europea (MUOS).
Queste sono evidenze che ci portano a pensare che la lotta contro lager, espulsioni e il mondo che usa questi mezzi per arricchirsi e dominare, sia ancora lunga e di conseguenza gli vada attribuita sempre rinnovata energia d’attacco, per continuare a colpire i nemici della libertà e della giustizia dove sono più scoperti, ovvero dove le contraddizioni da loro stessi esasperate possano diventare focolai di rivolta individuale e non.
Così, pensiamo che la solidarietà (abbondantemente ricevuta e apprezzata in questi mesi di restrizioni cautelari), oltre ad avere una forte valenza umana, essendo gli anarchici scudo di loro stessi, sia una delle vie migliori per ridare forza ai percorsi conflittuali, sempre con occhio costruttivamente critico sui percorsi passati, per trovare metodi sempre più incisivi.
Andrea, Gabriele, Sabbo
Portati in questura, hanno formulato a nostro carico l’accusa di “tentato incendio”, dopo un presidio di solidarietà ai ragazzi detenuti al CIE, definito dagli inquirenti come un atto militare portato avanti su più fronti della struttura da una ventina di incappucciati vestiti di nero. Tra questi il Capo ( tale perché vestito di un diverso colore dagli altri) avrebbe sparato con una pistola lanciarazzi una decina di colpi in direzione dei militari, i quali, per “evitare il peggio”, si sarebbero dovuti riparare dietro una jeep. Uno di questi colpi avrebbe incendiato la siepe posta a barriera visiva della struttura; spento dai pompieri pochi minuti dopo, questo fuoco avrebbe danneggiato l’impianto d’ illuminazione esterna della struttura .
In luglio il tribunale del riesame ha modificato il quadro accusatorio indagandoci per “danneggiamento pluri-aggravato in concorso” con ignoti. Le aggravanti contestate sono due: il fatto che la struttura sia pubblica, e la violenza sulle persone. Dal 16 giugno ad oggi il processo è stato rinviato due volte e a nulla sono servite le nostre numerose richieste di revoca dell’obbligo dimora con restrizioni notturne imposteci dal giudice Manuela Cortelloni.
Questo è il quadro processuale costruito dalla questura e supportato dal magistrato.
Ve ne abbiamo voluto fare la descrizione per farvi capire come gli sbirri possono trasformare un presidio di solidarietà in quello che gli serve per reprimere i percorsi conflittuali e di supporto/solidarietà reale. In questo modo gli unici percorsi legittimati “contro” i Centri di identificazione ed Espulsione sono quelli di indignazione contro la violenza poliziesca su immigrati inermi, petizioni al presidente della Camera, o di richiesta di una qualche riforma più “giusta” ; allo scopo di evitare che una critica ai CIE possa essere un’ avversione al sistema che li ha generati e riempiti.
Ora i CIE di Modena, Bologna, Crotone, Brindisi, Catanzaro,Trapani sono chiusi grazie alle continue rivolte dei migranti detenuti, che colpo su colpo hanno reso inagibili le strutture.
Crediamo che chi combatte da anni contro questi campi di concentramento non possa attribuirsi il merito di aver chiuso alcuni CIE, sicuramente possiamo attribuirci il merito da aver dato forza e speranza ai detenuti, di aver cercato di rompere l’isolamento tra chi è dentro e chi fuori, facendo uscire le loro storie, o di far entrare il nostro supporto, di aver messo il bastone tra le ruote a quella gentaglia che sulla pelle dei rinchiusi ha cercato di far soldi e potere: Misericordie, Croce rossa italiana, Cooperative sociali, Polizia, Esercito …Di non essere stati a guardare.
Dopo le migliaia di persone morte sprofondate nel Mediterraneo, spiaggiate sulle coste siciliane o impigliate nelle tonnare, lo Stato sta facendo vedere il suo volto più ipocrita e pericoloso, da un lato sta cercando di recuperare consensi attraverso la propaganda più becera: funerali di stato, dirette TV, pietà mass-mediatica…dall’altro rinforza Frontex (la polizia di frontiera europea), ristruttura e sorveglia i CIE chiusi, continua con le espulsioni coatte, usa droni e cacciatorpedinieri per intercettare i barconi in arrivo, costruisce enormi radar per sorvegliare dettagliatamente la costa sud europea (MUOS).
Queste sono evidenze che ci portano a pensare che la lotta contro lager, espulsioni e il mondo che usa questi mezzi per arricchirsi e dominare, sia ancora lunga e di conseguenza gli vada attribuita sempre rinnovata energia d’attacco, per continuare a colpire i nemici della libertà e della giustizia dove sono più scoperti, ovvero dove le contraddizioni da loro stessi esasperate possano diventare focolai di rivolta individuale e non.
Così, pensiamo che la solidarietà (abbondantemente ricevuta e apprezzata in questi mesi di restrizioni cautelari), oltre ad avere una forte valenza umana, essendo gli anarchici scudo di loro stessi, sia una delle vie migliori per ridare forza ai percorsi conflittuali, sempre con occhio costruttivamente critico sui percorsi passati, per trovare metodi sempre più incisivi.
Andrea, Gabriele, Sabbo
venerdì 15 novembre 2013
SENTENZA G8 2001
Lo stato mette la pietra tombale. Noi NO.
Genova, 13 novembre 2013.
Udienza lampo quella di oggi al Tribunale di Genova. Alla sbarra, ancora quattro compagni già condannati per devastazione e saccheggio per i fatti del g8 2001 in Cassazione a Roma a luglio scorso. La corte d'appello genovese doveva soltanto valutare l'applicabilità o meno dell'attenuante di “aver agito in suggestione della folla in tumulto”. Uno dei compagni sotto processo oggi, è stato arrestato la settimana scorsa in Trentino per una condanna definitiva a 5 anni, ritenuto responsabile di aver incendiato l'automobile del suo datore di lavoro. Trovandosi già in galera, ha deciso di presenziare all'udienza di oggi. Portato in aula in manette, è stato accolto calorosamente da un nutrito gruppo di solidali che gli sono stati affianco fino alla lettura della sentenza.
Esito della sentenza: una condanna a 8 anni confermata senza attenuanti, una condanna ridotta da 10 a 8 anni con attenuante, due condanne ridotte a 6 anni con attenuante. Lo Stato, oggi, ha messo la sua pietra tombale su quella giornate di rivolta del luglio 2001 a Genova. Noi, invece, no. Continuiamo a bruciare per una vita libera in un mondo libero. Il fuoco della rivolta scalda i nostri cuori, e il miglior pensiero che possiamo rivolgere ai compagni condannati è far sì che quel fuoco divampi ancora e sempre più. Continueremo a batterci, continueremo a lottare, e lo continueremo a fare anche per tutti coloro che per la rivolta di Genova 2001 stanno pagando caro il prezzo della Giustizia di Stato.
A Ines, Marina, Alberto, Francesco, Vincenzo, Luca, Dario, Carlo,Carlo
ai compagni sotto processo per la rivolta del 15 ottobre 2001 a Roma; và tutto il nostro affetto la nostra solidarietà e complicità .
A Vincenzo: che continui a correre libero e selvaggio!
Lo spirito continua.
INDIRIZZI DEI COMPAGNI INCARCERATI:
Marina Cugnaschi
c/o Seconda Casa Di Reclusione Di Milano – Bollate
Via Cristina Belgioioso 120 -20157 Milano (MI)
Alberto Funaro
c/o Casa Circondariale Capanne
Via Pievaiola 252 -06132 Perugia
Francesco Puglisi
Casa Circondariale di Roma Rebibbia
Nuovo Complesso in Via Raffaele Majetti, 70
00156 Roma
Luca Finotti
c/o casa circondariale di Trento – Via Beccaria, 13 –
Loc. Spini di Gardolo,
38014 Gardolo TN
Udienza lampo quella di oggi al Tribunale di Genova. Alla sbarra, ancora quattro compagni già condannati per devastazione e saccheggio per i fatti del g8 2001 in Cassazione a Roma a luglio scorso. La corte d'appello genovese doveva soltanto valutare l'applicabilità o meno dell'attenuante di “aver agito in suggestione della folla in tumulto”. Uno dei compagni sotto processo oggi, è stato arrestato la settimana scorsa in Trentino per una condanna definitiva a 5 anni, ritenuto responsabile di aver incendiato l'automobile del suo datore di lavoro. Trovandosi già in galera, ha deciso di presenziare all'udienza di oggi. Portato in aula in manette, è stato accolto calorosamente da un nutrito gruppo di solidali che gli sono stati affianco fino alla lettura della sentenza.
Esito della sentenza: una condanna a 8 anni confermata senza attenuanti, una condanna ridotta da 10 a 8 anni con attenuante, due condanne ridotte a 6 anni con attenuante. Lo Stato, oggi, ha messo la sua pietra tombale su quella giornate di rivolta del luglio 2001 a Genova. Noi, invece, no. Continuiamo a bruciare per una vita libera in un mondo libero. Il fuoco della rivolta scalda i nostri cuori, e il miglior pensiero che possiamo rivolgere ai compagni condannati è far sì che quel fuoco divampi ancora e sempre più. Continueremo a batterci, continueremo a lottare, e lo continueremo a fare anche per tutti coloro che per la rivolta di Genova 2001 stanno pagando caro il prezzo della Giustizia di Stato.
A Ines, Marina, Alberto, Francesco, Vincenzo, Luca, Dario, Carlo,Carlo
ai compagni sotto processo per la rivolta del 15 ottobre 2001 a Roma; và tutto il nostro affetto la nostra solidarietà e complicità .
A Vincenzo: che continui a correre libero e selvaggio!
Lo spirito continua.
INDIRIZZI DEI COMPAGNI INCARCERATI:
Marina Cugnaschi
c/o Seconda Casa Di Reclusione Di Milano – Bollate
Via Cristina Belgioioso 120 -20157 Milano (MI)
Alberto Funaro
c/o Casa Circondariale Capanne
Via Pievaiola 252 -06132 Perugia
Francesco Puglisi
Casa Circondariale di Roma Rebibbia
Nuovo Complesso in Via Raffaele Majetti, 70
00156 Roma
Luca Finotti
c/o casa circondariale di Trento – Via Beccaria, 13 –
Loc. Spini di Gardolo,
38014 Gardolo TN
martedì 12 novembre 2013
CONDANNE A 10 E 9 ANNI PER ALFREDO E NICOLA
Genova, 12 novembre
E’ stata emessa stamattina la sentenza nei confronti di Nicola Gai ed Alfredo Cospito, primo grado in rito abbreviato, per il ferimento Adinolfi, da loro rivendicato in aula nella scorsa udienza del 30 ottobre , i compagni non hanno partecipato a quest’udienza.Queste le condanne:
- 10 anni ed 8 mesi ad Alfredo
- 9 anni e 4 mesi a Nicola
- 9 anni e 4 mesi a Nicola
Per attentato con finalità di terrorismo, art. 280, con reato ostativo (impossibilità di avere accesso a benefici, domiciliari, semilibertà, ecc. viste riconosciute le finalità di terrorismo). La valutazione del risarcimento richiesto dalle parti civili ( Stato Italiano, Ansaldo Nucleare ed Adinolfi stesso) è stata rimandata ad una eventuale causa civile. La gup Giacalone si è dimostrata completamente asservita alle tesi della procura secondo cui sussistono le finalita di terrorismo ed eversione dell’ ordine democratico visto che, nella persona di Adinolfi, amministratore delegato Ansaldo Nucleare, è stata colpita la Finmeccanica, azienda di stato, con interessi mondiali nella produzione di sistemi di controllo e difesa.
Nella certezza di dove realmente alberghino i reali produttori di terrore indiscriminato e morte, un forte abbraccio solidale a Nicola, ad Alfredo , a quanti non si piegano alle logiche del terrore proprie del dominio.
per scrivere ai compagni
Nicola Gai
Alfredo Cospito
C.C.Ferrara Via Arginone 327. 44122 Ferrara
Nicola Gai
Alfredo Cospito
C.C.Ferrara Via Arginone 327. 44122 Ferrara
Per informazioni: nidieunimaitres@gmail.com
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