Chiunque scelga di
condurre una vita rivoluzionaria, chiunque si impegni in un
cambiamento radicale dell'esistente, deve essere consapevole che il
prezzo da pagare può essere alto. I difensori dello Stato
difenderanno fino allo strenuo l'ordine costituito, proveranno a
cancellare ogni sacca di resistenza e ad annientare qualsiasi forma
di dissenso e a censurare qualsiai idea di rivolta. È fatto
costitutivo e fisiologico del dominio, non ci si può aspettare altro
se non galera e marginazione per chi ha deciso di vivere una vita che
provi a scardinare l'Ordine costituito. Non aspettiamoci mai
riconoscimenti per le nostre lotte da parte delle istituzioni, sono
tutte parte del problema, il nostro obbiettivo dovrebbe essere
cancellarne anche il ricordo e non rendercele amiche o amichevoli.
Non si può pensare che quello al dissenso sia un diritto, del resto
proviamo ad annientare lo stato non a rendere più leggere le catene,
non aspettiamoci che il dominio ci offra spiragli di libertà,
dobbiamo conquistarceli noi a caro prezzo, con ogni mezzo a nostra
disposizione.
Se quindi si esprime
la nostra opposizione a politiche razziste omofobe, se si disprezza
la gerarchia cameratesca del nuovo fascismo, non aspettiamoci che il
nostro odio venga subito riconosciuto come legittimo, né dalla gente
comune né tantomeno da quelle istituzioni che assicurano il
pluralismo politico dando la possibilità di aprire bocca impunemente
a certa feccia il cui posto è nelle fogne da dove provengono. Il
fatto che a gennaio di quest'anno in quel di Cremona i compagni
abbiano dimostrato che l'antifascimo non è chiacchiera da salotto ma
pratica di strada è fatto che ci scalda il cuore e ci riempie di
gioia. Non possiamo non sentirci sodali con chi ha ribadito in quel
giorno che non esiste posto per i fascisti. Dobbiamo gioire per le
pratiche di piazza genuine e sincere che i rivoluzionari hanno messo
in pratica per evitare che la feccia fascista conquisti nuovi spazi
di agibilità.
Purtroppo però lo
Stato non concede spazi di libertà e quelli che ci prendiamo come
detto costano caro. La galera in questo caso. Dei compagni
attualmente sono rinchiusi nelle celle dello stato per aver
dimostrato l'odio nei confronti di quei fascisti di CasaPound che
avevano attaccato uno spazio occupato e costretto al coma
farmacologico un compagno. In altri tempi si sarebbe detto non un
lamento, adesso più che mai è doveroso essere rivoluzionari fino in
fondo: non piangiamoci addosso, continuiamo nelle strade le pratiche
dei compagni che sono tenuti ostaggi, diamo nuova vita ai loro
desideri e proseguiamo le lotte dei fratelli che ci sono lontani
perchè coattamente trattenuti nelle stanze che lo stato ha per ogni
ribelle. Volere la loro libertà vuol dire combattere contro
l'esistente che giustifica il carcere, rivendicarsi le loro azioni
come sinceramente rivoluzionarie. La libertà non è un dono ma una
conquista che costa cara!
TUTTI LIBERI! FUOCO
ALLE GALERE!
Individualità
anarchiche