sabato 25 maggio 2013

ESERCIZI DI MEMORIA RIVOLUZIONARIA

25 maggio 2013 - Quelli che seguono sono i contributi che Sergio, Nicola e Alfredo dal carcere di Ferrara hanno scritto su invito dei compagni cileni del blog Publicacion Refractario, per ricordare a quattro anni dalla morte l'anarchico Mauricio Morales Duarte, caduto in azione il 22 maggio 2009 mentre si accingeva ad attaccare una scuola di formazione di guardie carcerarie-
Chiara e condivisa, nella testa e nel cuore, la tensione rivoluzionaria che quattro anni fa ha condotto i passi del compagno cileno, ugualmente limpido questo esercizio di memoria che,  in ricordo di una perdita, varca le frontiere e mette in luce vecchie e nuove cartografie di rivolta, individuali e collettive, piuttosto che gli abissi paludosi della rassegnazione.
------------------------------------------------------------------------------Per farla finita col culto della carogna


Quattro anni fa è morto Mauri, mentre senza esitazione seguiva la traiettoria di lotta che aveva scelto. Al lampo dell' esplosione, che purtroppo ha colpito lui anziché quei nemici cui era riservata, ha seguito il tuono che ha scosso lo spirito di tutti noi, suoi fratelli e sorelle sparsi per il mondo ed animati dal medesimo desiderio di distruzione di quest'  esistente. La gioia che sempre si prova nello scoprire un cuore affine era smorzata dalla consapevolezza che quel cuore non avrebbe più pompato sangue e rabbia. Mauri non è stato il primo a morire per la sua scelta di non scindere mai il pensiero  dall' azione, purtroppo non è neanche stato l' ultimo, ma non sono certo le lacrime il modo migliore per ricordarlo.In questi anni Mauri non è stato lasciato a marcire in una fossa, ma ha continuato a vivere e lottare in ogni attacco, sia stato questo dedicato a lui o meno. Come le fiamme si propagano finché c'è combustibile , cosi' la sua gioia non potrà estinguersi finché continueremo a colpire il nemico e le azioni sono l' ossigeno che deve alimentare le fiamme, prima che le troppe parole le soffochino, le riducano al lumicino, le estinguano.
Non scadiamo nel culto della carogna , non schiacciamo i corpi dei nostri fratelli e sorelle sotto metri di terra e non confondiamo le effigi di marmo con cui qualcuno crede di onorarli con la loro vera carne  ma, come Ravachol facciamoci profanatori di tombe e scoperchiamo i sepolcri per riprendere in mano i pugnali, i detonatori, le pistole e la polvere nera che possono ancora colpire il nemico anziché arrugginire ed ammuffire nel ricordo.
Sostituiamo al ricordo la furia iconoclasta.Smettiamo di attendere un futuro che non arriva mai e di celebrare un passato che già comincia a puzzare  come l' aria asfittica di un museo.C'è un presente da incendiare con la nostra passione. Che il ricordo di Mauri sia affidato  alle nostre mani anziché alle nostre bocche e nel boato che scuoterà il nemico sentiremo rieccheggiare la sua risata. 
                    Sergio  Stefani


--------------------------------------------------------------------------Per una sola ora di furibonda anarchia

Il lampo che quattro anni fa ha illuminato la notte della capitale cilena e che ha impedito a Mauri di -portare a termine la sua azione,ha reso evidente a tutti noi la bellezza e la durezza insite nella lotta per l' anarchia. Niente può darci maggiore gioia ed appagamento---che accendere la miccia dell' ordigno che deve colpire un luogo in cui si formano gli aguzzini che tormenteranno i nostri fratelli e sorelle prigionieri.Solo nei momenti in cui la nostra tensione per la libertà si incontra con la prassi riusciamo realmente a vivere l' anarchia ,qui ed ora .Purtroppo il sogno che portiamo nel cuore è troppo grande per non rischiare di scontrarsi contro il mostruoso muro dell' autorità eretto a difesa di stato e capitale.Quando realmente mettiamo in gioco la nostra vita,inevitabilmente finiamo per scontrarci con la durezza insita nella lotta:la morte e il carcere. Tutto ciò non deve spaventarci,ma rafforzare la nostra consapevolezza e determinazione nell' andare con gioia all' assalto dell' esistente . Per questo, senza retorica, si può affermareche Mauri continua a vivere in tutte le azioni d' attacco.
Coraggio e forza per i compagni che anonimamente colpiscono stato e capitale,coraggio e forzaper coloroche dannoun nome alla propria rabbia, coraggio e forza per i compagni che danno vita alla Fai/Fri .Diamo corpo ed anima all' internazionale nera, c'è un intero mondo da distruggere.Viva l' anarchia!
                        Nicola Gai
----------------------------------------------------------------------------------------------
Quando lessi la notizia della morte di Mauri,l'esplosione accidentale dell' ordigno che stava trasportando, ebbi un tuffo al cuore, pur non conoscendolo, pur non avendolo mai visto,sentivo per istinto che stava percorrendo la mia stessa strada . I giorni successivi, le azioni, gli scontri, lo sgombero del posto in cui viveva,il funerale pieno di rabbia :mi sono venuti in mente altri giorni, quando in prigione, con un senso di impotenza anni prima ebbi la notizia della morte di Baleno,anche allora gli scontri, il funerale pieno di rabbia,la morte di Sole e anche lì un tuffo al cuore,ma quella volta mi sentii inerme, impotente.Oggi in me quella sensazione non c'è più, so cosa fare. So perfettamente cosa Mauri ha provato nei minuti prima della morte, il pulsare dell' adrenalina,la felicità di concretizzare i propri desideri attraverso l' azione, l' opporsi con ogni mezzo distruttivo a questo sistema di merda.Non è stata una brutta morte quella di Mauri.Certo, bellissimo sarebbe stato continuare a vivere per colpire, colpire ancora e poi ancora....ma in certi casi è la casualità che decide per noi.
Oggi la sua gioia rivive in ogni individuo che armale proprie mani contro un potere che ogni giorno è più forte,nel lento costante diffondersi dell'  internazionale nera,nelledecine di nuclei Fai sparsi per il mondo, nel sorriso di chi ha appena dato fuoco alle polveri.Mauri vive nelle nostre  azioni, non si torna indietro.
                         Alfredo Cospito

Nessun commento:

Posta un commento