Lettera di Monica e Francisco
Siamo di nuovo qui, traqueste mura di cemento e sbarre, tra cui telecamere e carcerieri. Siamo di nuovo qui, senza abbassare lo sguardo e orgogliosi di ciò che siamo. Orgogliosi di essere parte dell’uragano imprevedibile che cerca di eliminare qualsiasi barlume di potere che ancora una volta si toglie la maschera per mostrare il suo vero volto, nella sua brutalità e, perché no, nella tua debolezza. In questo caso particolare, la collaborazione tra lo Stato cileno e quello spagnolo, per arrivare al nostro arresto, mostra come possono essere coordinati per affrontare ciò che essi percepiscono come una minaccia, ma l’importanza che ci è stata attribuita da questi uomini del Potere non riflette altro che la sua fragilità. I loro discorsi incoerenti sulla sicurezza sono il mantello che nasconde la paura di sapere che una casualità può scatenare il caos diffuso. I loro colpi ed i loro bavagli non fanno altro che rafforzare e affinare le nostre idee e le nostre vite a qualificarci nel continuo confronto.
Salutiamo con un abbraccio tutte le espressioni di solidarietà, spinte che indeboliscono le sbarre. Intendiamo la solidarietà come la costante messa in pratica delle nostre idee anarchiche, in tutte le sue forme, per lasciar capire al nemico che qui nulla finisce, che tutto continua ancora in carcere o per strada. Da che parte siamo: non un minuto di silenzio ma una vita di lotta. Soprattutto l’immensa dimostrazione di solidarietà dei compagni che hanno utilizzato il loro corpo come arma portando avanti uno sciopero della fame .
Salutiamo quelli che continuano a tessere complicità, a quelli che si avventurarno verso l’ignoto, a coloro che sono motivati dall’incertezza, chiuinque si ostini per l’anarchia. A loro va tutto il nostro rispetto e affetto. Abbiamo ricevuto con molta tristezza la morte di Sebastian , ma allo stesso momento ci riempie di gioia la sua vita coerente con i suoi ideali: un vero guerriero. Stiamo con i compagni che piangono i nostri caduti, ma da qui inviamo loro tanta forza e un “ci vedremo presto”.
Monica Caballero
Francisco Solar
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